Le formiche sono insetti presenti prevalentemente in campagna e nelle zone boschive, ma diverse specie sono da tempo considerate infestanti dell’ambiente urbano, dell’ambiente domestico e delle industrie alimentari.
La dannosità di questi insetti è connessa alla possibile veicolazione di microrganismi patogeni (Pseudomonas, Staphylococcus, Salmonella, Clostridium etc.) sugli alimenti, dovuta dal fatto che le formiche, perlustrando il terreno, i pavimenti e i materiali organici che incontrano sul loro cammino, possono raccogliere accidentalmente – con le zampe o le parti boccali – microrganismi, che poi vengono depositati sugli alimenti o sulle superfici di lavorazione.
Le specie più comuni che possono penetrare nelle abitazioni, nei magazzini, negli ospedali e negli edifici in genere sono:
* FORMICA ARGENTINA (Iridomyrmex humilis)
* FORMICA FARAONE (Monomorium pharaonis)
* FORMICA NERA (Lasius niger)
* FORMICA ROSSA (Pheidole pallidula)
* FORMICA RIZZACULO (Crematogaster scutellaris)

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Abitudini
Vivono in colonie (formicai) costituite da una o più regine fertili e da parecchie operaie sterili che si occupano della gestione del nido: accudiscono la regina e le uova, allevano e nutrono le larve, curano le pupe, mantengono pulito il formicaio, lo riparano e lo allargano, quando è necessario, raccolgono e immagazzinano cibo. Alcune operaie, chiamate soldati e morfologicamente differenti, si dedicano infine alla difesa della colonia.
Le formiche sono presenti tutto l’anno negli ambienti riscaldati e sono generalmente più invadenti nei mesi primaverili ed estivi, quando la ricerca del cibo è una delle attività preponderanti e le colonie sono in fase di sviluppo. La sciamatura delle alate, maschi e femmine fertili che fonderanno nuove colonie, avviene in estate.

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Alimentazione
Le formiche sono onnivore; alcune specie prediligono alimenti zuccherini, altre sostanze proteiche, altre fanno incetta di semi, altre ancora allevano afidi e cocciniglie per la melata. Quando trovano una fonte di cibo, per esempio rifiuti, vi arrivano seguendo sempre lo stesso percorso.
Lo schema di lotta prevede l’individuazione e la distruzione dei nidi. A questo scopo si possono anche utilizzare delle esche alimentari avvelenate che agiscono quando vengono trasportate dentro il formicaio.
I nidi possono trovarsi dentro gli edifici infestati, sotto i pavimenti, entro i muri, in fessure, interstizi e cavità varie oppure all’esterno negli angoli dei palazzi o dei marciapiedi, nelle zone sterrate, nei prati o nei tronchi degli alberi, persino in luoghi distanti dalla infestazione.
Nel caso in cui le formiche provengano dall’esterno e i nidi non siano stati individuati è necessario l’uso della lotta residuale, che serve per creare delle barriere provvisorie e risolvere la situazione temporaneamente anche se con efficacia. In seguito dovranno essere valutate caso per caso le tecniche e le ristrutturazioni atte a impedirne nuovamente l’accesso. La presenza di formiche negli ambienti confinati solitamente è indice di scarsa igiene.
Morfologia
Come gli altri insetti, le formiche hanno il corpo diviso in capo, torace e addome. Hanno sei zampe, apparato boccale masticatore con robuste mandibole e antenne genicolate. Tra il torace e l’addome le formiche hanno un restringimento derivato dalla modificazione strutturale dei primi due uriti del gastro, nodulare o squamiforme, che prendono il nome di peziolo e post-peziolo.
Il colore più tipico delle formiche è nero, ma ve ne sono molte che variano dal rosso all’arancione al giallo e al verde (Oecophylla smaragdina e Rhytidoponera metallica). Le antenne sono costituite da una parte basale, costituita dallo scapo e dal pedicello, e una flessibile, detta funicolo, costituita da una serie di segmenti il cui numero varia a seconda delle specie.

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Ciclo vitale
Le uova delle formiche sono prive di involucri protettivi. Le larve sono triangolari, spesso prive di arti e incapaci di compiere movimenti complessi, ma possono contrarsi se minacciate.
Le operaie nutrono le larve rigurgitando nella loro bocca piccole gocce di cibo per mezzo della trofallassi (la condivisione del cibo assunto precedentemente con altri individui del proprio gruppo) oppure offrendo loro uova trofiche. In alcune specie le larve, munite di mandibole, sono in grado di frantumare da sole la membrana delle uova, mentre in altre sono le stesse operaie che rompono le uova trofiche e le offrono direttamente alle larve. Dal corpo e, in certe specie, da speciali papille attorno alla bocca delle larve, trasudano liquidi particolari e sostanze grasse che piacciono assai alle operaie e che queste leccano avidamente.
La larva delle formiche secerne un po’ di seta con la quale, quando è matura, si tesse un bozzolo in cui trascorre lo stadio di pupa. Questo bozzolo, per svilupparsi, deve essere generalmente sotterrato dalle operaie. Le uova, le larve e le ninfe sono assistite con gran cura dalle operaie, che le trasportano nelle parti più confortevoli del formicaio secondo le necessità del loro sviluppo. La cura della prole costituisce la maggior parte del lavoro che si svolge nel formicaio.
Le regine non lavorano e vivono da quindici a venti anni. Le operaie vivono da cinque a dieci anni; i maschi, invece, muoiono dopo essersi accoppiati. Le formiche vivono in società che possono essere formate da poche decine oppure molte centinaia di migliaia di unità, fino a qualche milione, ma solo in casi eccezionali, cioè in un territorio disabitato da animali di grandi dimensioni e con una folta vegetazione.
Oltre un terzo dei disinfestatori in Italia dichiara di ritenere il controllo delle formiche alquanto problematico, a tal punto che molti rifiutano richieste di disinfestazione e una minoranza significativa declina quasi tutte le richieste.
Fra coloro che segnalano difficoltà nel conseguimento di un buon controllo molti utilizzano spray insetticida o polvere mentre molti meno usano esche o gel, significative opportunità che le moderne tecniche possono offrire.
Inoltre, tecniche come l’adescamento o l’uso di gel possono offrire una valida soluzione anche al numero eccessivo di reinterventi che il disinfestatore deve fare se non ottiene risultato soddisfacente.
Data la relativa facilità e velocità di applicazione delle esche rispetto ad altre tipologie di trattamenti, queste tecniche possono contribuire a risolvere il problema relativo ai lunghi tempi di intervento e conseguenti minori profitti.
Con qualche goccia di esca in gel ben posizionata e/o qualche punto di adescamento, è possibile trasformare un problema, la cui risoluzione in precedenza avrebbe richiesto molto tempo e pazienza, in completa soddisfazione del cliente, in pochi giorni.
Mario Alessi
