di Carlotta Gobbi, R&D Indupharma S.r.l – Nazareno Reggiani, Supporto Tecnico Indupharma S.r.l.
Le grandi sfide per il futuro riguardano, inutile ribadirlo, la sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente e degli ecosistemi. Il tassello della produzione biologica è parte integrante di questa sfida, tant’è che l’ombra della produzione agricola biologica si proietta sempre di più su tutta la filiera e sui comparti strettamente legati alla preparazione, alla somministrazione e alla vendita di alimenti e prodotti biologici.
Tutto è chimica
In questo scenario è bene ricordare che tutto è chimica. La molecola di sostanza attiva naturale viene generata da un processo chimico guidato dalla natura. La molecola di sintesi altro non è che una molecola “ingegnerizzata” dall’uomo che prende spunto da una naturale.
Ad esempio l’alletrina è il primo piretroide sintetico, sviluppato nel lontano 1949, per replicare la struttura di uno dei componenti del piretro naturale, ovvero la piretrina I.
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In linea con il trend di mercato “green” che sta prendendo sempre più piede in molteplici settori, i formulatori di PMC e Biocidi si sono attivati per aumentare e valorizzare l’impiego di sostanze attive e di coformulanti di origine vegetale, come l’estratto di piretro, il geraniolo, l’olio di aglio, l’estratto di margosa, l’olio di arancio dolce, l’olio di colza.
Se è naturale fa bene?
Sfatiamo il mito che le sostanze prodotte dalla natura siano meno pericolose per l’essere umano e per l’ambiente rispetto a quelle prodotte dall’uomo. Fermo restando che ciò che determina la pericolosità del prodotto è la formulazione finale, ovvero il contenuto del flacone che andiamo e utilizzare, esistono sostanze naturali quali olii essenziali, loro terpeni e terpenoidi che hanno una classificazione “importante”. Ad esempio la maggior parte degli oli essenziali sono classificati come “H317 – sensibilizzanti per la pelle”.
Naturale non vuol dire di libera vendita
Un altro aspetto da ricordare è che le sostanze attive naturali così come le formulazioni che le contengono non sono di libera vendita o esenti da registrazione Biocidi (Reg. 528/2012), anzi anch’esse sono vincolate agli impieghi previsti nel decreto approvativo contro i bersagli, ai dosaggi e negli ambienti espressamente presenti in etichetta.
Vale anche all’opposto, ad esempio profumatori ambientali a base di sostanze naturali e essenze non possono vantare un’efficacia insetticida o repellente.
Naturale non vuol dire a impatto zero sull’ambiente
Ultimo, ma non meno importante, è utile osservare che le sostanze di origine naturale, anche se da fonti produttive rinnovabili e generalmente meno problematiche per l’ambiente, hanno comunque un loro impatto ambientale e sociale, legato alla produzione delle risorse vegetali da cui si estrae la sostanza attiva.
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Ad esempio nel bilancio sono da considerare anche:
- la resa in olio estratto rispetto all’estensione del terreno coltivato;
- la sottrazione di terreno per altre colture di tipo alimentare;
- la quantità di acqua necessaria per la crescita di alcune piante;
- l’elevata quantità di residui da estrazione costituiti da sostanze vegetali spesso di tipo ceroso difficili da smaltire o riciclare.
Tirando le somme si può ben affermare che la chimica di sintesi ideata dall’uomo e la chimica dalla natura dovranno operare a braccetto per migliorare la qualità della vita umana mediante l’utilizzo di prodotti efficaci che garantiscano prestazioni costanti nel più ampio rispetto dell’ambiente secondo una visione globale.
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