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Guida breve degli infestanti che pungono… parte II

Ragni, Scorpioni, Vespe, Zanzare e Zecche sono i protagonisti di questa seconda parte della Guida breve, che tratta degli infestanti accomunati dal disturbo che causano e anche dal rischio di trasmissione di malattie che possono essere molto gravi.

Ragni

Non c’è dubbio alcuno che i ragni, come gli altri parassiti esaminati in questa breve guida, sono animali che possono pungere e ferire l’uomo, (per alcune specie in particolare il loro morso può addirittura avere effetti letali -vedi ragni vedova e loro partenti), ma paradossalmente se in un ambiente, in una casa si trovano davvero molti ragni il perché potrebbe essere la presenza massiccia di altri insetti che ingolosiscono e attirano i ragni. I ragni infatti come ben sappiamo tessono le loro tele, capolavori assoluti in diversi ambiti: estetici e tecnici, per catturare e nutrirsi di quegli altri parassiti che a noi danno molto fastidio zanzare e mosche in primis.

Loxosceles rufescens – Ragno violino

Questi piccoli animali quindi sono molti utili in natura in quanto danno un loro contributo importante nel mantenimento dell’equilibrio ecologico.

I ragni assomigliano agli insetti e talvolta vengono confusi con loro, ma sono aracnidi, non insetti. I ragni hanno 8 zampe e 2 parti del corpo: una regione della testa (cefalotorace) e un addome. Mancano di ali e antenne. Le famiglie di ragni comuni sono oltre 120 e comprendono ben 48 000 specie.

I ragni vivono solitamente 1 o 2 anni con le dovute eccezioni. Per esempio, i ragni in cattività sono più longevi tanto che, alcune tarantole, sono riuscite a superare i 20 anni. Inoltre, bisogna fare una distinzione tra maschi e femmine. Queste ultime, infatti, sono più longeve poiché, a differenza dei maschi, una volta raggiunta la maturità sessuale continuano a crescere ed effettuare mute. Molto dipende anche dall’habitat: nelle zone caratterizzate da maggiore escursione termica la vita media di un ragno terrestre è decisamente più lunga mentre, nei Paesi dal clima umido e tropicale, i ragni cosiddetti arboricoli, sono meno longevi.

La maggior parte dei ragni ha veleno che usano per uccidere la loro preda. Tuttavia, solo quei ragni il cui veleno provoca tipicamente una reazione grave negli esseri umani sono chiamati ragni “tossici”.

i ragni hanno il sistema nervoso più centralizzato fra tutti gli artropodi e, come questi, hanno i gangli cefalici fusi in una sola massa all’interno del cefalotorace. Diversamente dalla maggior parte degli artropodi, i ragni non hanno muscoli estensori nel loro corpo; i movimenti delle zampe e del corpo sono ottenuti attraverso variazioni di pressione del loro sistema idraulico. Nella parte terminale dell’addome sono presenti le filiere che estrudono la seta, usata per avvolgere le prede e costruire le ragnatele.

Le numerose famiglie presenti sul nostro territorio

L’araneofauna italiana è la più ricca a livello europeo, con le sue 53 famiglie rappresentate da 434 generi e circa 1670 specie All’interno di questo grande numero, possiamo trovare specie tipiche delle aree centro-settentrionali europee, specie tipiche del bacino mediterraneo e del Nordafrica, ed infine una importante componente di specie endemiche sia insulare che legata a particolari ambienti peninsulari (come gli isolati ecosistemi alpini o i complessi ed estesi ambienti cavernicoli).

Generalmente tutte le specie di ragno sono velenose, tuttavia soltanto una piccola parte di esse può essere considerata pericolosa per l’uomo, poiché nella maggior parte dei casi, seppur dolorosi, i morsi e le punture non inoculano veleno, inoltre molto spesso gli effetti delle tossine risultano blandi e la sintomatologia sparisce in poco tempo.

Generalmente i ragni sono animali schivi e preferiscono di gran lunga la fuga all’attacco. Mordono l’uomo esclusivamente per difesa, ovvero quando non hanno vie di fuga o si sentono fortemente minacciati. Contrariamente a quanto si possa pensare, la taglia nei ragni non è un carattere influente circa la pericolosità del loro veleno nei confronti dell’uomo. Per esempio gli effetti del morso di una “Tarantola” sono molto blandi, spesso circoscritti alla sola zona del morso mentre altri ragni molto più piccoli, possiedono un veleno molto più potente, in grado di provocare effetti rilevanti nei confronti dell’uomo. Tra i ragni presenti in Italia che possono causare problemi per il loro morso segnaliamo:

Segestria florentina

Così chiamata poiché i primi esemplari studiati vennero trovati lungo l’Arno, non è un ragno tecnicamente ‘pericoloso’ a causa del suo veleno, che è dotato di scarse proprietà tossiche, ma principalmente per la spiccata aggressività e il potente e dolorosissimo morso provocato dai cheliceri, i caratteristici denti chitinosi dei ragni, che in questa specie e in particolar modo nelle femmine hanno grosse dimensioni. la Segestria florentina è la specie più grande in Europa appartenente alla famiglia dei segestridi, e le femmine possono arrivare a 2,2 centimetri di lunghezza zampe escluse. Si tratta di un ragno piuttosto facile da riconoscere, sia per la colorazione, tipicamente nera, che per il comportamento: esso costruisce infatti una tipica ragnatela tubulare, e attende all’uscio con una caratteristica posizione delle zampe, sei delle quali proiettate in avanti e pronte a ghermire la preda di turno, solitamente altri ragni, api, vespe, blatte e anche lepidotteri notturni. La femmina si differenzia dal maschio per la colorazione iridescente dei possenti cheliceri. È possibile trovarla in cantine, fessure e vecchie abitazioni, soprattutto quelle con mura non lisce, dato che la specie non è in grado di scalarle. In Italia è presente in tutte le regioni.

Furio Bernardini

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