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La zanzara di città

Ciclo biologico

Dal momento della ovodeposizione allo “sfarfallamento” della zanzara adulta passano mediamente due settimane. La variabilità è soprattutto in funzione della temperatura. Ciò va riferito al “gruppo” Culex pipiens in quanto in alcune specie di Aedes l’uovo, in quanto tale, può rimanere quiescente anche alcuni mesi, in genere tutto il periodo autunnale e invernale. In dettaglio possiamo indicare che l’uovo nella specie di riferimento (C. pipiens) schiude dopo due/tre giorni dall’ovodeposizione.

La giovane larva passa dallo stadio L1 allo stadio L4 con tre mute, ogni fase dura da due a tre giorni, un’ulteriore muta porta la  zanzara allo stadio di pupa (mobile) che dopo quarantotto ore dà origine all’adulto volante il quale, dopo alcuni giorni, effettua l’accoppiamento.

Successivamente, il ciclo così come esemplificato ricomincia ripetendosi nell’arco dell’anno una dozzina di volte, ovviamente in relazione all’andamento climatico. Gli adulti vivono alcune settimane, fatta eccezione per gli adulti che vanno incontro all’inverno ai quali è delegato il compito di sopravvivere ai rigori della fredda stagione rifugiandosi negli scantinati, nella rete fognante, nei luoghi riparati, non troppo freddi.

 Habitat, tipo di lotta e attrezzature

Gli adulti svernanti si trovano nella rete fognaria, negli scantinati ecc., mentre gli adulti attivi si trovano nella vegetazione e nei luoghi di grande frequentazione serotina. Le larve si trovano nei ristagni d’acqua sia primari sia secondari. Il tipo di lotta indicato è residuale e/o abbattente per gli adulti svernanti (da effettuarsi con termonebbie), mentre per quelli attivi è abbattente (più raramente residuale con molta precauzione) e gli strumenti indicati sono nebulizzatori a medio e ULV termonebbiogeni. Contro le larve il tipo di lotta è residuale e l’attrezzatura indicata è costituita da irroratrici (granuli e simili).

Etologia

Si ricorda che la zanzara pungete è la femmina la quale deve fare il cosiddetto “pasto di sangue” per approvvigionarsi di alcuni aminoacidi che non è in grado di metabolizzare e che le sono indispensabili per portare a termine la maturazione dell’embrione. I maschi si nutrono di liquidi zuccherini di origine vegetale e si riuniscono in gran numero, in occasione dei voli nuziali. Le larve invece si nutrono di materiale organico in sospensione nell’acqua, alghe e microrganismi.

Senza titolo

Schema di lotta (riferimento al gruppo Culex pipiens)

Anche in questo caso è bene identificare gli habitat ove è più efficace l’intervenire.

1. Lotta agli arbusti svernanti. È ovviamente in funzione dell’andamento climatico, ma in termini di dati medi può essere intrapresa da novembre a febbraio.

2. Lotta agli adulti attivi (pungenti). Ne ribadiamo il carattere di eccezionalità che si concretizza in interventi mirati e circoscritti; resta il fatto che il periodo entro cui fare questi interventi resta quello della stagione calda.

3. Lotta larvicida. Ricordiamo che facciamo riferimento al gruppo del Culex Pipiens in quanto per altre specie è ipotizzabile anche un diverso tipo di pianificazione, in particolare per alcune specie del genere Aedes.

N.B.: nei mesi meno caldi l’intervallo di tempo fra un trattamento e l’altro è di tre settimane, mentre nei mesi caldi è bene intensificare il programma dei trattamenti soprattutto se vengono impiegati prodotti facilmente degradabili.

Protocolli di intervento

Adulti svernantiLotta residuale – abbattente

• identificare le aree e le nicchie da trattare.

• preparare con attenzione le soluzioni d’uso.

• la scelta del prodotto può essere rivolta verso un’azione abbattente nel caso si renda necessario non avere residui attivi, in genere una certa azione residuale è però auspicabile.

• verificare le attrezzature e regolarle in modo da ottenere il tipo di erogazione e la portata necessaria per rispettare i dosaggi.

• norme di sicurezza attenersi alle indicazioni riportate in etichetta (norma generale).controllare il proprio corredo

• stimare i risultati e verificare i risultati nella stagione calda.

Adulti attivi – Lotta abbattente (residuale) 

Tecnica da usare solo in caso di reale necessità: in genere si attua in concomitanza di manifestazioni e feste tenute all’aperto nei mesi caldi; in luoghi di aggregazione sociale; in luoghi di ristorazione come anguriere, trattorie, ristoranti ecc.

Vengono utilizzati atomizzatori a medio, basso volume con dosaggi calibrati, i minimi possibili. Si adottano prodotti a destino ambientale breve eccezion fatta ai trattamenti sulla vegetazione spontanea o addirittura infestante o ornamentale in cui una azione residuale risulta di indubbia maggior efficacia.

Lotta larvicida

È indubbiamente la tecnica da preferire in quanto colpisce l’entità infestante all’origine, una forma di intervento preventivo. I risultati si ottengono solo se è possibile intervenire su una percentuale di focolai di riproduzione significativa. La scelta dei prodotti deve tener conto del grado di inquinamento dell’acqua in cui si intende agire.

N.B.  La lotta alle zanzare deve svolgersi con precisi riferimenti cartografici e con attenta, precisa e tempestiva elaborazione del lavoro svolto.

irrorazione

Calendario dei lavori

Ripeteremo i concetti chiave in più di un’occasione in quanto, anche se ovvi, sono sovente trascurati. Ad esempio, la lotta agli adulti svernanti è spesso non realizzata, così come la fase progettuale e di monitoraggio. Dopo avere visto come e dove intervenire è bene occuparci di quando intervenire: un’attenta pianificazione rappresenta uno dei punti fondamentali per ottenere buoni risultati in una logica di economia di esercizio.

 

Perché intervenire? Aspetti economici

La lotta alle zanzare il più delle volte è effettuata per la molestia che queste “siringhe volanti” procurano; non va però dimenticato l’aspetto sanitario che la puntura delle zanzare comporta. Al di là della malaria, la zanzara può veicolare altre forme morbose, anche virali, per gli esseri umani e per gli animali: basti pensare alla filariosi del cane. Non entriamo nel dettaglio in questo capitolo per non correre il rischio di enfatizzare aspetti che i medici ben conoscono e che per i non addetti possono rappresentare una sorta di terrorismo scientifico.

Per gli aspetti economici è fondamentale, allorquando si realizza una lotta alle zanzare su territori di una certa estensione, inquadrare tale lotta in un programma ben studiato, meglio se formalizzato in un progetto, con tecniche di rilevamento e gestione dati, tali da consentire la capitalizzazione delle esperienze. Se è vero che l’ambiente è un patrimonio comune da salvaguardare, e nulla ci autorizza a negarlo, è necessario intervenire in modo razionale e possibilmente integrato con tutto quanto in tal senso viene fatto. Solo così gli obiettivi saranno raggiunti in modo sicuro ed economico.

L’ECDC, European Centre for Disease Prevention and Control, ha recentemente aggiornato le carte con la distribuzione delle zanzare invasive in Europa e nei paesi vicini. La prima novità è rappresentata dall’allargamento dei paesi  presi in considerazione. Compaiono infatti, per la prima volta, tutti gli stati che si affacciano sul Mediterraneo, anche se non tutti hanno un sistema di sorveglianza entomologica attivo.

Per quanto riguarda la più famosa zanzara invasiva, Aedes albopictus o zanzara tigre, la situazione in molti paesi è rimasta tale e quale a quella illustrata a inizio stagione. L’areale di presenza è invece leggermente aumentato in Francia, Italia (è finalmente comparsa la Valle d’Aosta, regione in cui i nostri tecnici avevano rilevato la presenza dell’insetto ormai da alcuni anni e tutte le province della Sicilia risultano ormai infestate), Grecia, Montenegro, Germania, Svizzera, Austria, Rep. Ceca, Paesi Bassi e Belgio. La Bosnia – Erzegovina risulta completamente infestata, probabilmente a causa di una nuova indagine effettuata recentemente su tutto il paese, mentre nella precedente versione della carta lo risultava minimamente.

Compaiono per la prima volta come infestate alcune province di Georgia, Turchia, Libano, Israele e Algeria (questi ultimi tre Paesi prima non erano presi in considerazione). Rimangono indenni solo le isole britanniche (anche se sappiamo che quest’estate c’è stata una piccola segnalazione nel sud dell’Inghilterra), i paesi Scandinavi e quelli dell’Europa nord-orientale.

Si amplia, di poco, anche la diffusione della stegomia. Aedes aegypti è infatti stata rinvenuta anche in una provincia nord-orientale della Turchia, al confine con la Georgia, paese in cui era già stata trovata e dove apparentemente il suo areale si è ridotto alla sola costa del Mar Nero. In realtà, questo si deve al fatto che, nella versione precedente della carta di distribuzione europea della specie, la Georgia era indicata come un’unica unità amministrativa, mentre ora è suddivisa in province. Situazione invariata nelle aree infestate della Russia meridionale (oblast di Krasnodar) e a Madeira (appartenente al Portogallo). Compaiono invece nelle zone di nuova introduzione la provincia del Noord-Holland, nei Paesi Bassi (a causa di infestazioni indoor rinvenute in alcune serre) ed il governatorato di Wādī al-Jadīd nel sud dell’Egitto, area in precedenza non considerata dall’indagine. In tutti gli altri paesi, la specie non è segnalata.

Aumenta il suo areale nell’Europa centrale la zanzara ‘giapponese’, Aedes japonicus. Vaste zone dei Paesi Bassi, della Germania, della Svizzera, dell’Austria, del Liechtenstein e della Slovenia e alcune regioni del Belgio meridionale, della Francia orientale, dell’Ungheria occidentale e della Croazia settentrionale risultano ormai infestate. Non compaiono, ancora, le recenti segnalazioni dell’Italia settentrionale.

Leggermente in crescita anche l’areale di distribuzione della zanzara ‘coreana’, Aedes koreicus ora presente in Veneto, Trentino, Lombardia (in Italia manca la recentissima segnalazione ligure), Canton Ticino (Svizzera), Limburgo (Belgio), nel distretto di Schwaben (Germania) e nell’oblast di Krasnodar (Russia).

La zanzara di origine americana Aedes atropalpus è segnalata, come già da alcuni anni, solo per poche zone dei Paesi Bassi (Brabante Settentrionale e Limburgo).

aedes albopictus areale

aedes aegypti areale