Sono questi i temi cruciali per il settore pest management. L’opinione e l’impegno del presidente A.N.I.D..
Abbiamo chiesto a Marco Benedetti, presidente dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione (A.N.I.D.), di fare il punto su ciò che accade in questo comparto, su ciò che è cambiato – se è avvenuto – e in quale direzione si può pensare a uno sviluppo del settore. L’attività dell’associazione è stata intensa, con passaggi significativi e momenti di grande interesse per tutto il settore (e non solo).
Nell’ottobre scorso si è tenuto a Roma un incontro della delegazione A.N.I.D. con la Direzione del Dipartimento Tutela Ambientale del Comune per esaminare il problema zanzare nell’area metropolitana. Cosa è emerso dal confronto? Quali sono i punti cruciali evidenziati?
“Ci siamo sentiti, con il suo giornale, all’incirca un anno fa e… molta acqua è passata sotto i ponti
della disinfestazione, dell’opinione pubblica e, forse anche delle cose da fare. Dopo i problemi emersi nel comune metropolitano, che hanno avuto echi e riscontri preoccupati in tutta Europa, c’è stato un momento che più di ogni altro ha favorito il confronto e la volontà di tutti gli interlocutori, mettere da parte i preconcetti e collaborare. Mi riferisco al seminario di Parma del gennaio scorso, quando tutti (proprio tutti) i rappresentanti delle parti interessate, si sono confrontate apertamente e sinceramente e ne è scaturita la convinzione che la gravità dei problemi impone a tutti il superamento dei propri punti di vista. Da questo appuntamento sono emerse alcune posizioni comuni e condivise“.
Ce ne può parlare nel dettaglio?
“Molti sono stati i temi su cui abbiamo concordato, come l’opportunità di un Piano Nazionale Sanitario, di competenza del Ministero della Salute, che realmente individui e impegni adeguatamente soggetti e risorse; una gestione dei dati rilevati territorialmente quanto più possibilmente condivisa; il superamento dello strumento dell’ordinanza sindacale con la definizione di un Regolamento più omogeneo; la regolamentazione degli interventi operativi in relazione alle aree di rischio sanitario e al benessere delle persone; la professionalità e la formazione documentata degli Operatori della disinfestazione; l’utilizzo di prodotti PMC regolarmente autorizzati per gli usi specifici dal Ministero della Salute; l’attenzione alle problematiche ambientali ed ecosostenibili; la definizione di capitolati d’appalto competenti e adeguati da porre a disposizione delle stazioni appaltanti; un controllo effettivo da parte delle autorità sanitarie locali. Su queste premesse ci siamo tutti impegnati a proseguire il cammino e A.N.I.D. è di fatto la capofila di questi incontri. Al seminario ha preso parte anche l’Ufficio Ambiente del Comune di Roma, con la responsabile dottoressa Matassa, che ha confermato la sua convergenza sulla opportunità di utilizzare un regolamento in luogo della consueta Ordinanza e la necessità che questi interventi siano eseguiti da operatori professionali. Abbiamo chiesto anche a Matassa un incontro propedeutico alle nuove disposizioni e stiamo attendendo la risposta“.
L’ente pubblico su questi argomenti è un importante protagonista: quali sono i temi principali e quali azioni – magari anche con l’aiuto della stampa – devono essere messe in atto per migliorare le diverse situazioni?
“Su queste tematiche il ruolo dell’opinione pubblica è fondamentale, perché non si tratta soltanto di prevenire e contrastare rischi di carattere sanitario, ma anche di intervenire a tutela del benessere delle persone, della qualità della vita. Di conseguenza i mezzi di divulgazione della realtà, e tra questi in primo luogo la stampa, hanno un compito e, mi permetto di dire, una responsabilità: quella di informare compiutamente e giustamente, facendo comprendere come l’inseguire il consenso di chi grida più forte o il minor prezzo a qualunque costo non risolvono nulla, ma lascano il campo aperto alla superficialità e all’improvvisazione. È tempo che si capisca che questo lavoro è complesso, delicato e difficile: va affidato a chi lo svolge con la dovuta professionalità. La stampa è importantissima, quindi”.
La certificazione UNI 16636: in Italia qual è la situazione? Alcuni dati informano che le aziende italiane certificate sono circa 60: all’estero lei riscontra una maggiore sensibilità? Come bisogna fare per indurre ad adottare questo strumento?
“Sono molte di più, più del doppio e stanno rapidamente aumentando. I motivi sono essenzialmente due: su di un versante – quello professionale interno – molti colleghi si sono convinti che la UNI EN 16636 è uno strumento utilissimo per mettere ordine al proprio interno dare alla propria azienda un assetto tecnico-operativo adeguato e standardizzato, pur nelle notevoli particolarità degli infestanti, dei prodotti, delle metodologie e delle condizioni strutturali. Su di un secondo piano questo standard è di grande interesse e utilità per il cliente, per la committenza, che si pone in grado di sapere in cosa consiste il servizio che gli viene fornito e quali sono le competenze e i requisiti degli operatori. Infatti, si sta diffondendo con maggior rapidità di quanto onestamente pensavamo la richiesta di imprese certificate non solo da parte della committenza privata ma anche di quella pubblica: nei capitolati delle gare in appalti è sempre più diffusa la richiesta di fornitori certificati. La EN 16636 è diffusissima anche in Europa, dove per la verità non siamo agli ultimi posti: dopo il Regno Unito, è l’Italia il paese con il maggior numero di imprese certificate“.
La figura del “trained professional”: in Italia comincia a diventare effettiva la necessità di una figura professionale dedicata oppure la strada è ancora in salita? Può illustrarci le differenze con la realtà negli altri paesi?
“La figura del trained professional, l’operatore professionale formato non è solo una necessità: è un obbligo normativo. Il regolamento 528/2012, noto come Regolamento Biocidi, impone che l’utilizzo dei nuovi biocidi (oggi sono i nuovi derattizzanti, e a seguire tutti gli insetticidi) deve essere riservato a questa figura professionale, la cui formazione deve essere effettiva e documentata. Il Ministero della Salute ha questa competenza e A.N.I.D. collabora per arrivare al più presto alla definizione di questa figura essenziale. Ha concordato un programma formativo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e con Assocasa, l’associazione dei produttori, che ha posto sul tavolo dell’ufficio competente del Ministero: stiamo aspettando una ulteriore convocazione per la messa a punto del decreto legislativo dedicato alla formazione del professionista”.
di Chiara Merlini