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I flebotomi

pappataci – detti anche flebotomi – sono insetti molto diffusi nell’area mediterranea. Il flebotomo è un dittero nematocero della famiglia degli Psicodidi, simile a una zanzara di piccole dimensioni. La sua puntura può veicolare un virus, appartenente alla famiglia Bunyaviridae, che causa nell’uomo una malattia chiamata ‘febbre da flebotomi‘, ‘febbre da pappataci’, ‘dengue mediterranea’ o ‘dengue adriatica’, malattia non grave i cui sintomi sono: cefalea, brividi, dolore retrorbitale, mialgie, astenia e dolori all’addome. Più grave invece è la leishmaniosi canina, malattia che può avere esito infausto se non curata in modo adeguato.  15423-illustration-of-a-sand-fly-pvRaramente l’uomo entra in contatto con i flebotomi, a meno che la propria abitazione non si trovi in città con centri storici con presenza di muri a secco, scantinati, giardini, solai pieni di guano di piccione e aree verdi non curate, tutti  luoghi che possono offrire un habitat ideale al loro sviluppo. Il  flebotomo in volo non emette alcun ronzio mentre in cerca del proprio pasto di sangue, ma si avverte la puntura. La reazione cutanea è somigliante a quella di altri insetti ematofagi e provoca prurito e un pomfo edematoso. Quando la persona suppone di essere stata punta da flebotomi e dopo alcuni giorni manifesta stati febbrili, mal di testa e nausea, è opportuno che si rivolga con urgenza al proprio medico; inoltre, poiché le femmine pungono una grande varietà di animali come polli, conigli, piccioni etc. che non sono soggetti all’infezione da leishmania, questo è causa di un aumento della patologia nei cani.

È opportuno sapere che il cane affetto da leishmaniosi, curato e guarito a seguito di terapia, rimane comunque portatore del parassita e  quindi, in condizioni stagionali favorevoli, i pasti di sangue effettuati sul nostro amico a quattro zampe portatore di leishmania possono favorire la trasmissione della malattia. Per proteggere il proprio cane è molto importante è utilizzare – nella stagione da marzo a ottobre – spray da applicare sul corpo dell’animale o effettuare applicazione di spot-on oppure di collari a lunga azione.

Nell’ambito della disinfestazione, l’unica misura di controllo è di tipo adulticida, poiché le larve si trovano solitamente nel terreno e i focolai risultano molto difficili da identificare. È consigliato l’uso di insetticidi ad azione residuale, da applicare sulle aree esterne ed eventualmente nebulizzare sulle zanzariere. Molto importante è anche effettuare la manutenzione periodica della vegetazione e irrigare il prato solo alle prime ore dell’alba onde evitare lo sviluppo di focolai.

Mario Alessi