Parassiti e Infestanti

Gli insetti nelle derrate alimentari

Tolleranza zero: questo è il principio a cui ispirarsi,

anche se il problema da affrontare non è di facile soluzione

Mario Alessi

Dagli albori dell’agricoltura e delle pratiche di allevamento, l’uomo si è trovato di fronte a un problema di non facile soluzione, ovvero quello legato alla conservazione nel tempo dei prodotti vegetali e animali. Pratiche come l’essiccamento e la salatura risolsero la questione a livello pratico, impedendo la degradazione di frutta, legumi, pesci, carni ecc.. Altri alimenti, come i cereali, non necessitavano che di un ‘semplice’ immagazzinamento, in contenitori quali anfore, vasi, olle per piccole quantità, depositi e sili per produzioni elevate (già nell’antico Egitto si parla di locali appositi alla conservazione dei cereali), per garantire quelle condizioni di temperatura e umidità necessarie a mantenerli inalterati nel maggior tempo possibile.

Risolti questi problemi, di non poco conto, se ne sovrapposero altri che spesso vanificarono gli sforzi fatti. È vero che dove abbonda il cibo si riuniscono gli affamati, così gli insetti, date le loro caratteristiche fisiche (dimensioni ridotte, apparati boccali taglienti, ovopositori estroflessibili), potevano penetrare negli ambienti in cui stazionavano gli alimenti e farne razzia. Molto si è cercato di fare per opporsi a tali ‘invasioni’ e ancora oggi, nonostante le tecniche di conservazione e immagazzinamento raggiunte, la partita è aperta e bisogna stare sempre attenti a non consentire agli insetti di nutrirsi alle nostre spalle.

 

Le specie infestanti

L’argomento in questione è molto vasto poiché i divoratori di derrate alimentari sono parecchi e le scelte dietetiche di ciascuna specie possono essere particolari o includere tutto ciò che è commestibile, toccando tutte le possibilità comprese in questo raggio di scelta.

Inoltre, alcuni insetti diventano infestanti secondariamente, per motivi diversi, per esempio perché sono state aperte le vie di penetrazione dagli infestanti primari (se una specie – vedi tabella coleotteri – si nutre solo di semi rotti, può più facilmente svilupparsi dove questi siano stati forati da un’altra già insediatasi), o perché predatori o parassiti dei medesimi (cimici, elateridi, forbicine, imenotteri braconidi, ma anche altri artropodi quali i

diffusissimi ragni), o anche perché favoriti da tecniche errate di conservazione (diversi insetti detriticoli, cioè che si nutrono di detriti organici, o micetofagi, ovvero mangiatori di muffe e funghi, possono anch’essi frequentare le derrate alimentari immagazzinate).

Verranno trattate le specie più frequenti di lepidotteri, ditteri e coleotteri, mentre tralasceremo, pur citandoli in un’apposita tabella, quelli onnivori o comunque con una variabilità alimentare molto ampia, come le blatte, le formiche, le lepisme, i grilli, le mosche domestiche e le vespe.

Infine, accenneremo agli acari, segnalando le specie che comunemente possono attaccare le derrate alimentari, ricordando che questi minuscoli artropodi non appartengono alla classe degli insetti, bensì a quella degli aracnidi.

 

LEPIDOTTERI

Le seguenti specie presentano alcune caratteristiche in comune. Sono tutte di piccole dimensioni, con apertura alare intorno a 1,5 – 2,5 centimetri, vengono di solito chiamate tignole e le loro larve generalmente infestano le derrate producendo bave e tele sericee. Spesso per impuparsi si allontanano dagli alimenti infestati. Non sono delle buone volatrici.

Plodia Interpunctella

tignola fasciata

Volgarmente detta tignola fasciata, si riconosce per le ali anteriori, quelle che in posizione di riposo ricoprono il corpo, che sono color crema fino a metà e nettamente bruno-rossastre l’altra metà. È estremamente diffusa per la sua polifagia: attacca sfarinati, cariossidi di cereali e altri semi, pasta, dolciumi, frutta secca, cacao, cioccolata, mangimi per animali, e molte altre sostanze. È la specie più frequente nelle abitazioni, nei magazzini e nelle industrie di trasformazione. Il ciclo biologico ha una durata variabile in rapporto alle condizioni ambientali (T, U.R. e cibo): in condizioni ottimali si svolge in poco più di un mese, ma può prolungarsi per parecchi mesi.

Si hanno in genere 1-2 generazioni annuali al nord e 3-4 al sud.

Ephestia Kuehniella

tignola grigia

Nota come tignola grigia, ha le ali anteriori, grigie, screziate di grigioscuro; le ali posteriori, non visibili quando è posata, sono biancastre. È la specie più frequente nei molini, e la sua diffusione negli altri ambienti segue la tignola fasciata. Predilige soprattutto farina e semola di cereali, ma può infestare anche innumerevoli derrate quali, semi, legumi, frutta secca, spezie, cioccolata, pasta, dolci, funghi secchi, latte in polvere, ecc.. Il ciclo si svolge in 2-3 mesi in condizioni ottimali; si possono avere da 1 a 5 generazioni annuali.

Corcyra Cephalonica

tignola del riso

È chiamata tignola del riso, ma attacca spesso numerose altre derrate quali cacao, cioccolato, biscotti, frutta secca, farina, semi di sesamo, ecc.. È molto comune nei depositi di cereali e nelle industrie dolciarie. Le ali anteriori appaiono di colore bruno-giallastro, con leggere striature, le posteriori bruno-grigiastro. La durata del ciclo varia in funzione delle condizioni ambientali da un mese e mezzo a sei mesi; si possono così contare 3-4 generazioni annuali.

Pyralis Farinalis

tignola della farina

È la tignola della farina, più grande delle altre e con caratteristiche macchie nelle ali di colore bruno. È un infestante particolare, che indica generalmente un cattivo stato di conservazione delle derrate: attacca farine, cereali, fieno, frutta e funghi secchi, soprattutto se umidi e ammuffiti. Si rinviene prevalentemente nei depositi di granaglie, nei molini e nei mangimifici. Il ciclo dura un mese e mezzo o due, in condizioni ottimali, ma in genere si rileva una generazione annuale.

 

CALENDARIO DEI TRATTAMENTI

Intervenire secondo necessità in rapporto ai dati forniti dal monitoraggio e dalle ispezioni alle strutture e ai materiali (importante è stabilire le soglie di intervento). Il calendario standard prevede trattamenti periodici ogni due, quattro settimane in relazione alle condizioni climatiche e ambientali (per quanto concerne le infestazioni da tignole).

lepidotteri- ditteri

 

DITTERI

 

Piophila Casei

mosca del formaggio

È conosciuta come mosca del formaggio e le sue larve, conferendo ai formaggi un gusto particolare, sono ancora considerate una specialità gastronomica in alcune zone del nostro Paese. Ricordiamo però che il consumo di prodotti infestati può provocare disturbi intestinali, miasi, ulcerazioni gastriche e infezioni batteriche. Gli adulti sono piccole mosche che frequentano anche sostanze in decomposizione (rifiuti, escrementi ecc.) diventando così potenziali veicoli di germi patogeni. Depongono le uova su formaggi grassi, insaccati, carni e pesci affumicati, farina di carne. Le larve sono caratterizzate dal particolare modo di spostarsi, se disturbate. Afferrano la coda con la bocca, formando un cerchio, quando lasciano l’estremità scattano come molle: possono saltare fino a 10 cm di altezza.

Il ciclo completo si conclude in 2-3 settimane e possono susseguirsi, soprattutto nei mesi caldi diverse generazioni. L’insetto si sviluppa solo sopra i 10°C.

 

Drosophila Spp.

drosophila

sflorg.com

 

Le drosofile sono note per gli studi genetici dei cromosomi, ma purtroppo anche perché infestano diverse industrie di trasformazione. Si chiamano infatti in numerosi modi: moscerini della frutta o dell’aceto o del vinodel mosto, in funzione delle sostanze attaccate. Gli adulti sono delle minuscole mosche di circa 3 mm, con grandi occhi rossi. Le larve, di forma conica come negli altri ditteri, si sviluppano sulla superficie dei materiali in fermentazione. Il ciclo dura 15 giorni in condizioni ottimali e si possono avere fino a 20 generazioni in un anno. L’adulto è attratto dalla luce.

 

Lucilia Spp., Calliphora Spp. e Sarcophaga Spp.

mosca della carne

Sono molto comuni e conosciuti come mosconi della carne: il primo è verde metallizzato, il secondo blu ed il terzo grigio con occhi rossi. Gli adulti si trovano spesso sui fiori, poiché si nutrono soprattutto del loro nettare, frequentano però numerose sostanze in decomposizione quali cadaveri, escrementi e rifiuti e in tal senso sono potenziali vettori di microrganismi anche patogeni. Sono infestanti delle industrie di lavorazione e trasformazione della carne e del pesce. Possono attaccare anche salumi e formaggi. Il ciclo si completa in 2-3 settimane in condizioni ottimali e si possono avere numerose generazioni in un anno.

 

CALENDARIO DEI TRATTAMENTI

Anche in questo caso si opera in genere secondo necessità. Nei periodi caldi i trattamenti vengono eseguiti ogni 1-3 settimane in funzione del ciclo dei ditteri infestanti.

 

COLEOTTERI

 

Dermestes Lardarius

Klannebille topp. The insect was alive while being photographed.

È detto dermeste del lardo; ha piccole dimensioni (6-10 mm), ed è facilmente riconoscibile perché di colore nero con una caratteristica fascia giallo ocra maculata sulle elitre. Attacca numerose sostanze di origine animale quali lardo, insaccati, carne e pesce secco, mangimi zootecnici, formaggi stagionati, pellami, ecc. È stato rinvenuto anche su arachidi e biscotti. Il ciclo biologico dura circa 2 mesi e si possono contare da 1 a 6 generazioni annuali. Le larve sono molto pelose e le setole se ingerite possono ulcerare l’apparato digerente o causare allergie. Ricordiamo inoltre che le larve mature, per impuparsi, scavano delle nicchie nel materiale circostante (per esempio bancali in legno) danneggiandolo.

 

Lasioderma Serricorne

anobio del tabacco

L’anobio del tabacco è un coleottero minuscolo (2-3 mm), di forma ovale, marrone, con elitre lisce. Vola facilmente. Le larve sono giallastre, con cuticola molle, corte, grassocce e si dispongono curvate come una C. Attaccano una moltitudine di derrate alimentari: spezie, semi, tabacco, frutta secca, farine, dolciumi, cioccolato, cacao, semi oleosi, mangimi zootecnici, ecc.

In condizioni favorevoli il ciclo si conclude in circa un mese (a 32°C e 75% di U.R.). Solitamente si hanno 3 generazioni in un anno. Hanno una notevole capacità di perforare diversi involucri e di penetrare in confezioni apparentemente chiuse (es. scatole e sacchetti).

 

Oryzaephilus Surinamensis

Oryzaephilus

Comunemente viene chiamato silvano. Appare come un coleottero minuto (2,5 – 3 mm), di forma stretta e allungata, con un protorace vistoso e caratteristico, fornito di prominenze laterali appuntite. E’ un infestante molto diffuso: frequenta molini, magazzini, industrie di trasformazione, e depositi di cereali. Le larve si cibano di svariate derrate, cariossidi (solo se spezzate o già attaccate da altri parassiti) di cereali, farine e derivati, frutta secca, semi oleosi, legumi, cacao, tabacco caffè, spezie, ecc. Gli adulti sono detriticoli. Il ciclo si svolge in 20 giorni in condizioni ottimali (32°C e 90% di U.R.); il tempo necessario allo sviluppo quadruplica a 20°C. Si possono svolgere da 2 a 8 generazioni in un anno.

 

Stegobium Paniceum

anobio del pane

L’anobio del pane è simile a quello del tabacco; differisce per le elitre che presentano dei solchi striati. La larva è simile a quella degli altri anobidi. È un insetto essenzialmente polifago ma attacca prevalentemente prodotti amilacei come pane, pasta, biscotti, crackers, farina, crusca. Può svilupparsi anche a spese di droghe, spezie, semi, dadi da brodo e persino legname in opera. Il ciclo si svolge in 2 mesi in condizioni ottimali. Si hanno in genere da 1 a 3 generazioni in un anno.

Tenebrio Molitor

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È specie tipica dei molini da cui deriva anche il nome comune: tenebrione mugnaio. È un coleottero di grosse dimensioni (13-18 mm), di colore bruno. Le larve sono coriacee, cilindriche, giallo-brune. Infesta prevalentemente farine, crusca, grano ma può attaccare anche pasta, biscotti, fiocchi d’avena, panelli e residui vegetali. La presenza di questo insetto è indice di scarsa igiene poiché presenta un ciclo molto lungo anche in condizioni favorevoli che dura da 4 – 8 mesi. Generalmente si svolgono 1-2 generazioni in un anno.

 

Tribolium Castaneum

Tribolium_castaneum

Il tribolio è un piccolo coleottero (3-4 mm) di forma allungata e colore marrone scuro, buon volatore. La larva è giallo-bruna, coriacea, poco più lunga dell’adulto. È un infestante dei molini, dei depositi e delle industrie di trasformazione dei cereali. Infatti attacca prevalentemente cereali in granella, farine e derivati. È in grado di nutrirsi anche di frutta secca e latte in polvere. Il ciclo biologico si può concludere in meno di un mese e solitamente in 3. Di solito si svolgono 4 – 7 generazioni annuali. Le farine infestate per due o tre mesi assumono un odore sgradevole, acre e pungente e una colorazione rosa-brunastra.

 

Sitophilus Granarius

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Il punteruolo del grano, o calandra, è un coleottero di dimensioni ridotte, sotto il mezzo centimetro, di colore bruno e con caratteristico rostro allungato che identifica il suo nome comune. Attacca cariossidi di cereali, pasta, legumi ecc. Il ciclo biologico dura circa un mese in condizioni favorevoli. Il numero di generazioni in un anno si aggira intorno a 3-6.

 

CALENDARIO DEI TRATTAMENTI

Intervenire secondo necessità in rapporto ai dati forniti dal monitoraggio, e dalle ispezioni alle strutture e ai materiali (importante è stabilire la soglia di intervento). Il calendario di intervento prevede trattamenti periodici ogni 15 giorni circa, soprattutto in presenza di infestazioni multiple. Se si conosce l’insetto infestante si opera in rapporto alla lunghezza del ciclo nelle condizioni ambientali correnti.

coleotteri

 

Foto: commons.wikimedia.org